L’iniziativa del militare, che invia tramite il suo legale di fiducia, una lettera di segnalazione di presunti comportamenti discriminatori subiti
“costituisce esercizio di una facoltà legittima diretta espressione del diritto di difesa di cui all’art. 24 Costituzione e non può considerarsi tale da integrare alcuna violazione dei doveri attinenti al grado e alle funzioni del militare”.
E’ quanto ha stabilito il Consiglio di Stato nella sentenza n. 1652/2022 specificando che il diritto di difesa deve poter essere esercitato anche preventivamente rispetto all’azione giudiziale mediante l’interlocuzione del proprio legale di fiducia con l’amministrazione anche laddove questa sia caratterizzata da una forte impronta gerarchica.